Opere
CechovMaratSade: della vacuita' dell’Essere Italiano ovvero Il suicidio della Rivoluzione
Pretesto da Anton Cechov e Peter Weiss

Il testo scenico, per la prima volta identificato come pretesto, vive nella ricreazione di tre testi precedenti, Il giardino dei ciliegi ed Il gabbiano di Cechov e La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell'ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade di Weiss, piegati e ripiegati su se stessi, allo stesso modo dei protagonisti extrascenici e della situazione della quale e' tentato un affresco simbolico e fantasmagorico: l’attuale condizione della classe intellettuale italiana. Piu' che risentire del vecchio topos del “teatro nel teatro”, la rappresentazione (La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat che si innesta nel Gabbiano che si innesta nel Giardino) e' invero l’allegoria l’una parte delle altre, in uno slittamento perpetuo e satirico dei significanti, che portano l’opera a sollevarsi da un suo compito specificatamente sociale o mimetico per cercare invece, attraverso i due mezzi della “Crudelta'” (Artaud) e del “Comico” (di nuovo Bene) di far scorgere il limite, sottile, che sta preparando l’avvento di una nuova macchina sociale e comunicativa dalla bulimica ed ingorda fame alimentare piccolo borghese; violenta e spietata contro tutto quello che non riesce a trovare facilmente digeribile ed assimilabile (vedi anzitutto W. Benjamin). Gaev, vecchio come gli altri, e' l’unico che prova a suicidarsi anziche' succhiare le ultime energie di una giovane, isterica, serena, complice servitu' della gleba.

LOPACHIN. L’umanità va verso la verità piu' alta, sempre piu' felice di così ed io sto nelle prime file.

Regia di Mario Biondino
Con Mario Biondino, Ivan Bellavista, Alessandra Sani e Francesco Marinucci
Assistente alla regia: Giulia Corrado

Prima: marzo 2011

Recensione

In foto: Mario Biondino, Alessandra Sani, Ivan Bellavista e Francesco Marinucci.