Delirio a Due

50 sfumature di Frankenstein

Uno dei più famosi miti dell’epoca moderna ritorna in vita sotto le mani sapienti dei Delirio a Due: in 50 sfumature di Frankenstein il duo non si limita a riproporre la triste storia dello scienziato che gioca a fare Dio e della sua creatura senza nome bensì mette in scena quella che, sempre filtrata dalla chiave del comico, è una riflessione sopra di esso e la tendenza, alcune volte ingiustificata, all’aggiornamento e alla modernizzazione della narrazione degli archetipi. Il testo nasce dall’assemblaggio delle più famose rivisitazioni della storia scritta da Mary Shelley, a partire dalla trilogia filmica targata Universal e resa celebre dal volto di B. Karloff, fino alla suprema parodia di M. Brooks, all’opera di K. Branagh e ai suoi apocrifi come il “Rocky Horror Picture Show” o la semisconosciuta versione firmata da A. Warhol: il corpo del testo, creato da pezzi di opere precedenti, segue dunque il modello ri-creativo immaginato dallo stesso dottore e il patchwork di cadaveri è metafora del patchwork letterario.

Il barone Victor Von Frankenstein (Flavio Marigliani) è lieto di presentare al mondo e alla comunità scientifica il frutto delle sue fatiche ma, durante la cerimonia, non tutto va come previsto: il mostro (Mario Biondino) si ribella al proprio creatore ed anziché soddisfarne le sciocche ambizioni di gloria e la latente omosessualità, dopo avergli inutilmente trucidato gli affetti, chiede ciò a cui ambisce di più – la creazione di una compagna. Il dottore dovrà a malincuore accettare, ma … come si possono mettere dei limiti al genio?

In foto: Mario Biondino, Flavio Marigliani e Marco Giannini